Nato il 20 settembre 1947 ad Apice Vecchio, un piccolo paese in provincia di Benevento che oggi vive solo nei ricordi e nei silenzi delle sue rovine. Il terremoto del 1980 l’ha trasformato in un paese fantasma, ma per l'artista è rimasto il cuore pulsante della sua ispirazione. Le sue pietre mute, le case abbandonate, i vicoli deserti: tutto questo vive nella sua arte, che è pittura, scultura, disegno, ma soprattutto memoria.

Ogni sua opera è un frammento di vita, un dialogo con le sue origini, una voce che cerca di raccontare ciò che non può più essere detto a parole. Ha esposto in molte mostre, personali e collettive, ma ciò che lo guida non è il riconoscimento, bensì la necessità di restituire forma e colore a ciò che è stato perduto.

La sua ricerca spazia dall’astratto al figurativo, perché non esiste un solo modo per parlare del dolore, della bellezza, della rinascita. Ama sperimentare tecniche e materiali diversi, perché ogni gesto, ogni segno, possa raccontare una storia nuova, un'emozione sincera.

Attraverso l’arte cerca di mantenerne viva la memoria. Ancora oggi, dopo tanti anni, continua a sperimentare, a creare, a raccontare. Perché ogni opera è un atto d’amore, un ponte tra ciò che era e ciò che è diventato.